Un giorno da soldato, di Alessandro Colombo

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view post Posted on 29/11/2009, 15:18

PROPRIETARIO

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Si dice che gli incubi scompaiano al risveglio. Bè, qui non è proprio così. Gli incubi compaiono, al risveglio. Il mio letto è un freddo pavimento polveroso, e la mia sveglia è un terribile boato assassino. Mi alzo in quelli che un tempo erano dei piedi. Ora sono solo un miscuglio di carne, bende e fili di sutura, come il resto del corpo.
Guardo fuori da quella che un tempo era una finestra. Ora, di aria, in questa baracca ne entra fin troppa. Per un momento, la mia ultima goccia di umanità mi fa provare disgusto, orrore, paura per quello che vedo. Ma è solo un momento. Mi basta raccogliere il mio strumento di morte, e quell’ultima goccia evapora dal mio essere.
Esco. Non c’è neanche bisogno di attraversare una porta. Mi dirigo in quel cimitero di cemento, a suonare la mia triste sinfonia. Sono solo uno dei menbri di questa terrificante orchestra, un’orchestra i cui componenti scompaiono e ricompaiono giorno dopo giorno. La nostra è un musica che sicuramente non verrà mai apprezzata da nessuno che l’ascolta, e nemmeno da nessuno che la suona.
Nessuno si ricorda più perché suoniamo, e nessuno vuole ricordarselo. Non può esistere nessun motivo, per grande e importante che sia, che possa spingere a fare ciò che facciamo. Accidenti, ho di nuovo iniziato a pensare. Non va bene…
Pensare è ciò che ci rende uomini. E noi non lo siamo più da un sacco di tempo. Ci hanno dato tanti nomi. Soldati, militari, terroristi, assassini, criminali. Scegliete pure quello che vi pare. Un nome non cambierà ciò che realmente siamo. Ma cosa siamo, noi, in fondo? Non siamo uomini. Gli uomini pensano, e sono liberi di scegliere di non fare questo. Noi no. Non siamo bestie. Loro uccidono solo per mangiare, o per non essere mangiati. Noi no. Non siamo neanche piante, né rocce. Loro, dopotutto, non fanno male a nessuno. Noi no.
Noi uccidiamo perché ci hanno detto di farlo. “Ci hanno detto” chi? Loro. Sono sempre “loro” che decidono, che scelgono, che pensano per noi. E siamo stati noi, a decidere, a scegliere che “loro” pensassero per noi. E ora ne paghiamo le conseguenze. La colpa non è “loro”. E’nostra. Lo è sempre stata. Fin dall’inizio. Potevamo scegliere meglio. Potevamo opporci alle loro decisioni. Potevamo riflettere. E non l’abbiamo fatto.
Ci siamo arresi. E anch’io, dopo così tanto tempo, non riesco più a resistere. Non posso nascondere la mia umanità, non posso fare finta che non esista. Non posso continuare a sopportare di vedere questo orrore. Il mio strumento suona la sua ultima nota. Lo butto a terra. Gli altri mi guardano, allibiti. Non riescono a comprendere. Basta! Smettetela! Possibile che non capiate? Quest’orrore… noi possiamo farlo finire. Tutti insieme… Vi prego… posate i vostri strumenti. Cessate questa orribile sinfonia! Possibile che non capiate?
E’inutile. Hanno rinunciato a pensare. Ora, esistono solo degli ordini per loro. E in questo momento hanno bene in testa (non in mente. Quella ,ormai, se ne è andata per sempre…) le diposizioni sui trattamenti da riservare ai disertori. Li applicano. Adesso, inizio a provare di nuovo qualcosa. Pietà…
 
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messia
view post Posted on 19/12/2010, 17:39




buuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
 
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